di Marco Rizzi

Nel mondo delle sneakers spesso si abusa della definizione “instant classic”, ma nel caso dell’Atmos x Nike Air Max 1 “Elephant” non c’è nessun errore. Rilasciata originariamente nel 2007 in pochi anni la “Elephant” è diventata una delle Air Max 1 più ricercate e desiderate da collezionisti e appassionati e per molti è stato il “primo amore” che ha introdotto al mondo delle Air Max 1. Secondo quanto raccontato da Hirofumi Kojima, direttore creativo di Atmos e responsabile di molti dei più grandi successi del negozio nipponico, l’immagine che l’ha ispirato durante lo sviluppo della “Elephant” è stata quella di un maestoso elefante sotto una fitta pioggia. Tralasciando la parte poetica, Kojima ha confermato che da tempo il team di Atmos aspettava la giusta occasione per poter utilizzare l’Elephant Print su un progetto collaborativo, riconoscendo l’iconicità dell’Air Jordan 3 e la passione per il modello da parte di diverse delle figure chiave di Atmos.

L’enorme successo dell’Air Max 1 “Elephant” ha portato molti a dimenticare che questa sneaker era inizialmente parte di un pack, insieme a una Court Force Low in pelle patent che vedeva l’utilizzo di due toni di elephant print: nonsoltanto il classico grigio con venature nere, ma anche un secondo in reverse, con venature grigie su base scura. La release dell’ “Animal Pack 1” (nome poi caduto in disuso) nel 2007 non è stata di certo la prima esperienza per Atmos con i pattern animali, uno dei tratti distintivi della loro partnership creativa con Nike. Se si tralascia la stupenda Air Max 1B “Safari” ideata nel 2001 dal fondatore di Atmos Hidefumi Hommyo, il primo capitolo di questo trend è la release delle Air Max 1 e ’95 “Animal” nel 2006, caratterizzate da una tomaia interamente in pony hair con vari pattern animali. Nel 2007, come detto, è il turno dell’ “Animal Pack 1”, con Air Max 1 e Court Force Low “Elephant, seguite lo stesso anno dall’ “Animal Pack 2”, presto ribattezzato “Beast Pack” che comprendeva un’altra Air Max 1 (con tomaia nera e pannello laterale leopardato), una Dunk Low e una Court Force Hi. Nel 2013, all’apice della ritrovata celebrità dell’Air Max 1 Nike si affida ad Atmos per la creazione di due nuove colorway e nascono così la Tiger Camo/Snakeskin e la Desert Camo/Cheetah, altri due modelli oggi molto ricercati che fondono animalier e pattern militari, altra grande passione del team creativo di atmos.

Nel 2018, un anno dopo l’atteso ritorno sugli scaffali dell’Air Max 1 “Elephant”, Atmos e Nike scelgono nuovamente l’Air Max Day per rilasciare un progetto speciale: si tratta di una riedizione delle Air Max 1 e ’95 “Animal” con il pony hair nero a rimpiazzare il sail presente sulle due sneakers originali. Nel 2019, invece, Atmos presenta al ComplexCon di Los Angeles tre nuove Air Max 1 con tomaia intereamente realizzata in pony hair animalier, rispettivamente “Tiger”, “Leopard” e “Giraffe”.

Sempre Kojima ha più volte raccontato come l’idea di utilizzare i pattern animali sulle sneakers realizzate con lo Swoosh sia venuta osservando la collezione Nike Zoo, una linea per bambini prodott negli Anni ’80, confermando come il vintage resti una delle passioni principali degli sneakerheads giapponesi.

Con l’Air Max 1 “Elephant” Atmos è riuscito nella difficile impresa di realizzare una colorway non originale capace di diventare iconica al pari dei grandi classici. Lo schema di colori white/black/Jade/Elephant Print è stato replicato numerose volte sia da Nike che da artisti del custom in tutto il mondo, così come per decenni si è fatto con le colorway più tradizionali di Air Jordan o Nike, dalla “Infrared” alla “Mowabb”, fino alla “Neon”.

Anche Nike ha deciso di pagare tributo alla “Elephant” utilizzando la colorway creata da Atmos per l’Air Max 1 su una Dunk Low SB, esattamente com’è successo con la “Safari” all’inizio del 2020. Non si tratterà di una collaborazione ufficiale con Atmos, che resta uno dei partner principali di Nike, ma è sicuramente un sogno che s’avvera per molti appassionati e fan della “Elephant”.

Author Marco Rizzi