di Marco Rizzi

Co.JP è la contrazione di Concept of Japan ed è la sigla che nel periodo a cavallo tra fine degli anni ’90 ed inizio degli anni 2000 ha identificato modelli e colorazioni prodotte dai dipartimenti Nike esclusivamente per il mercato Giapponese.

Volendo essere più specifici, co.JP è anche uno degli elementi che ha messo in moto il meccanismo che ha reso il mondo delle sneakers e quello del collezionismo sempre più uniti, introdotto eBay ed i mercati secondari online nello sneakergame contribuendo a far diventare la mania di qualche accumulatore seriale ciò che viviamo oggi (per non parlare dell’enorme trend delle collaborazioni con brand e stores).

Concept of Japan farà il suo ritorno in questo 2017 con tre colorazioni della Nike Dunk Low distribuite solamente in Giappone, prodotte in collaborazione con Atmos e Mita. Di due di queste colorazioni abbiamo già avuto occasione di parlare nel precedente articolo, qui invece vorrei approfondire la storia della Mita x Nike Dunk Low co.JP “Onkochishin” e di come, per quanto mai vista, sia in realtà un ritorno.

Anno 2004: lo store giapponese Mita collabora con Nike alla realizzazione di una Air Force One Low, la colorazione è davvero particolare e diventerà presto una delle più amate dai collezionisti. É forse la prima volta che Nike permette ad uno store di utilizzare così tanti materiali su un solo modello, tra gli altri: Ostrich leather, nubuck nero, Patent leather verde e oro, pelle pieno fiore nera e bianca e tessuto Dri-FIT.
Da molti collezionisti è considerata la collaborazione su Air Force One più vicina al concetto di un Bespoke.
La cw divene così nota da essere “copiata” da Nike per una gr distribuita nel 2006 con materiali decisamente non all’altezza.

Alcuni anni più tardi una rivista giapponese (probabilmente Boon Magazine) pubblica alcune foto per evidenziare le differenze tra la versione distribuita della AF1 di Mita ed un sample, con Ostrich più chiaro e meno marcato ed alcune altre piccole differenze nei colori di loghi e cuciture. Nella pagina seguente però fa bella mostra la foto di un sample davvero assurdo, in cui la colorazione della Mita subisce un twist inatteso: la midsole passa da bianca a nera, stripe e oustole da nero a bianco. Il patent verde si sposta dal tallone alla toebox, l’Ostrich viceversa finisce sul tallone. Il patent oro da underlay dello swoosh ne diventa il colore principale, risaltando sul side panel che da nero diventa bianco. In sostanza questa scarpa non esiste, non è mai stata vista e pochi sanno se si tratta di un sample o forse di un Hyperstrike. Questa colorazione “UENO” della Mita diventa subito una leggenda tra i collezionisti.

Nel corso degli anni la leggenda viene alimentata da alcuni scatti fatti ad un paio in esposizione ad una convention giapponese mentre alcuni collezionisti newyorkesi raccontano che alcune paia fossero in esposizione all’apetura dello store Atmos di Harlem nel 2005 ed alle celebrazioni del venticinquesimo anniversario di Air Force nel 2007. Era lo stesso paio? Ne esiste più di uno? Ancora mistero.

Per il ritorno di co.JP Mita decide di utilizzare la colorazione “UENO” della sua celebre Air Force One su una Dunk Low, cambiando qualche elemento (manca il logo Ueno con il petalo di ciliegio, la parte Ostrich è molto chiara e sembra più simile a quella del sample pubblicato sul giornale) ma sostanzialmente identica.

Nel corso degli ultimi anni i negozi giapponesi sono stati protagonisti di diversi progetti speciali di Nike. Atmos ha collaborato diverse volte con lo Swoosh, diventando anche il partner principale per le celebrazioni dell’Air Max Day rilasciando numerosi nuovi progetti ma anche qualche retro. Nulla nega a Mita di ripescare dagli archivi questo leggendario mix di colori e materiali per confezionare una nuova release. Non ci resta che aspettare e vedere cosa ci proporranno.

Author Marco Rizzi