di Marco Rizzi

Può sembrare un paradosso, ma uno dei modelli che hanno segnato di più la storia di un brand come Nike è nato prima del brand stesso. Oggi fa strano immaginare il mercato delle calzature sportive senza un colosso dominante come Nike, ma basta tornare indietro di cinquant’anni per capire in quale contesto sia nata la Cortez.

Nella prima metà degli anni ’60, prima della rivoluzione del jogging, si correva quasi soltanto su pista e a dominare il mercato delle scarpe da corsa erano adidas in Europa e Converse negli Stati Uniti. Da qualche anno negli USA erano disponibli alcune delle scarpe sviluppate da una fabbrica giapponese nata poco dopo la guerra di nome Onitsuka Tiger. Le scarpe da corsa di Mr. Onitsuka erano molto avanzate a livello di costruzione e materiali rispetto a quelle dei competitor ma, data la scarsa distribuzione, erano pressoché introvabili. All’epoca Phil Knight era soltanto un neolaureato a Stanford, con un buon passato da corridore per l’Università dell’Oregon, dove fu allenato dal leggendario Bill Bowerman, che oltre ad allenare la squadra dell’Università era anche uno dei selezionatori della squadra statunitense di atletica leggera. Conoscendo l’ossessione di Bowerman per l’atletica e la sua continua ricerca di nuovi sistemi per migliorare la corsa dei suoi atleti, Knight decise di coinvolgerlo per formare una società che importasse e distribuisse negli USA i prodotti di Onitsuka Tiger.

Dopo diversi viaggi in Giappone l’accordo con l’azienda fu raggiunto con una fondamentale clausola: Onitsuka avrebbe fornito a Bowerman gli scarpini per la sua squadra di atletica e lui sarebbe stato libero di modificarli a piacimento per adattarli ai suoi atleti, per poi comunicare i risultati delle sue ricerche alla casa madre. Nacque così Blue Ribbon Sports che, a partire dal 1964 distribuì nella costa Ovest degli USA i prodotti Onitsuka Tiger, espandendosi progressivamente verso Est assorbendo la concorrenza. Nel 1968, in occasione delle Olimpiadi di Città del Messico, nacque la Onitsuka Tiger Cortez, una scarpa da corsa prodotta in esclusiva per il mercato statunitense sulla base degli “esperimenti” di Bowerman. Da quel momento Knight e Bowerman cominciarono a produrre autonomamente una versione migliorata della Cortez mantenendo la classica colorazione bianca/rossa/blu e sostituendo alle classiche strisce di Onitsuka un nuovo logo, che avrebbe presto preso il nome di “Swoosh”. La leggenda dice che Onitsuka rimase all’oscuro del nuovo progetto di Knight e Bowerman finché un rappresentate del brand nipponico non trovò una delle “nuove” Cortez durante una visita ai magazzini di BRS, nel 1971. Ne seguì una causa che portò in tribunale Knight ed i vertici di Onitsuka, il giudice decretò che entrambe le aziende potevano proseguire nella produzione del modello. Nacque così, nel 1972 la Nike Cortez, mentre Onitsuka Tiger cambiò il nome del modello in Corsair.

Sarà soltanto a metà degli anni ’70, con l’aggiunta del rinforzo rigido in punta che si vedrà la Cortez come la conosciamo ancora oggi, a oltre quarant’anni dal suo debutto.

Negli anni successivi la Cortez è diventata rapidamente obsoleta, venendo sostituita da nuovi modelli più performanti. Nonostante ciò rimase in produzione per lungo tempo, divenendo un top seller di Nike soprattutto nella costa Ovest, dove fu adottata come divisa anche dai membri dell’ambiente Gangsta Rap. Ad aumentare esponenzialmente la celebrità del modello fu anche un particolare endorsment: nel 1994 esce nei cinema Forrest Gump, il capolavoro di Robert Zemeckis che tra i tantissimi premi vincerà anche ben sei Oscar. Per quasi tutta la durata del film Tom Hanks/Forrest Gump indossa le sue Cortez, regalo dell’amata Jenny, con cui decide anche di correre per migliaia di Km attraverso gli Stati Uniti.

Il legame tra cultura chicana e afroamericana con la Cortez è molto forte ancora oggi, tanto che nel corso degli anni sono state proposte versioni rivisitate da grandi artisti come Mr. Cartoon ed Estevan Oriol, o tributi alla Long Beach di Snoop Dogg. La Nike Cortez è diventata un simbolo di Nike alla stregua del semplice Swoosh, per molti è il primo vero modello Nike ed uno dei modelli che non dovrebbe mai mancare nel catalogo del brand di Beaverton.

Author Marco Rizzi